Le conoscenze sulla sicurezza, efficacia e tollerabilità della terapia antiretrovirale nei soggetti con co-infezione HIV/virus epatite sono spesso frammentarie ed estrapolate da trial registrativi non dedicati a questo tipo di popolazione.
I farmaci antiretrovirali, a parità di efficacia, presentano margini di tossicità epatica e metabolica differenti. Nel soggetto con malattia epatica cronica, in particolare quando avanzata, le tossicità specifiche dei farmaci possono essere esaltate e rappresentare la causa del peggioramento delle condizioni cliniche e della prognosi del soggetto.
In particolare la sicurezza in termini di tossicità renale ed ossea, risulta rilevante nel consentire ad un soggetto fragile, HIV/HCV- HBV coinfetto, di mantenere negli anni la stessa terapia antiretrovirale.
Il danno d’organo e sistemico indotto dai virus epatite è la base su cui si instaura la condizione di fragilità del paziente che potrebbe permanere anche dopo l’avvenuta clearance del virus.
Per tale ragione la scelta della terapia antiretrovirale in un soggetto con co-infezione da HIV e virus epatitici non dovrebbe prescindere da un’ottima conoscenza delle tossicità di farmaci in soggetti fragili.